21/04/15

Diritto di amare

Negli ultimi tempi è balzata prepotentemente alla ribalta dell’opinione pubblica dei paesi occidentali la questione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. In tutta Europa, dai paesi protestanti del nord sino alla cattolicissima Spagna, sono state emanate leggi che regolamentano con modalità differenti, va detto non sempre uniformi tra paesi, l’unione tra persone omosessuali. Un diritto finalmente riconosciuto dopo un faticoso, lungo e delicato processo di scardinamento di pregiudizi culturali e religiosi. Nonostante la tendenza generale, in due paesi moderni, repubblicani e laici, come la Francia e l’Italia, ancora si discute sull'opportunità di una scelta che vada nella direzione del pieno riconoscimento dei diritti costituzionali delle coppie omosessuali. Allo stato attuale questo diritto è negato per una mera questione di genere. La proposta avanzata dall'attuale governo prevede il riconoscimento legale dell’unione tra due persone dello stesso sesso attraverso la loro registrazione negli uffici comunali. Verrebbero applicate alle coppie omosessuali tutte le disposizioni previste per il matrimonio, dall'eredità agli alimenti, con l’unica esclusione delle adozioni. Un primo piccolo, ma significativo passo avanti. Tuttavia il governo tentenna e l’opinione pubblica appare divisa. Le influenze della destra conservatrice e le resistenze di una sinistra per ampia parte pervasa da una cultura di vecchio stampo cattolico sono responsabili dello stallo attuale.
Il delicato tema delle unioni civili tra omosessuali, va affrontato sfrondando la discussione da pregiudizi morali, culturali o religiosi e concentrandosi sugli aspetti etici, sul rispetto della persona umana, ma sopratutto sui diritti costituzionali, che non devono fare distinzioni di genere (sì, perchè non è corretto parlare di sesso...). Oggi tanti giustificano la negazione del diritto alla convivenza riconosciuta di fronte alla legge, perché queste unioni vengono giudicate moralmente o addirittura eticamente inaccettabili. E' singolare che a questi individui, come  a qualsiasi cittadino, si chieda di contribuire con le proprie risorse al mantenimento della comunità e al progresso della società, a cui di fatto appartengono, ma si neghi il diritto di farlo, all'interno di una famiglia legalmente riconosciuta, che goda degli stessi diritti legali di un famiglia formata da una coppia eterosessuale. E allora ci si chiede se sia accettabile che uno Stato conceda diritti di ogni sorta a chiunque, scordandosi il più delle volte di chiedere al destinatario di riconoscere i doveri nei riguardi dello Stato e della comunità. Ma non voglia riconoscere alle coppie non tradizionali il diritto fondamentale ad essere riconosciuti di fronte alla legge. Perché, ad esempio, lo Stato garantisce a tutti il diritto allo studio, ma semplicemente si dimentica di chiedere che ognuno contribuisca fattivamente allo sviluppo e alla crescita della comunità in base alle conoscenze e competenze acquisite con l'apprendimento scolastico? Perché è garantito il diritto alla salute, ma non anche il dovere di evitare comportamenti che ne mettano in pericolo l'integrità, a discapito di sè e della comunità? Perché si tutela il diritto di procreare, anche quando la natura lo impedisce, e con il supporto della medicina, ma non si chiede ai genitori di educare i figli secondo principi etici, offrendo alla società individui maturi e consapevoli che la rispettino e ne contribuiscano al progresso? Perché ogni cittadino ha diritto alla giustizia per un torto subito, ma non sempre il dovere di rispettare le leggi e di pagare il giusto per gli errori compiuti?. Perché viene garantito il diritto di imprendere e di intraprendere, ma non viene esercitato il controllo sull'obbligo di contribuire, con tasse eque e commisurate al proprio reddito, al mantenimento della società civile? L'elenco di contraddizioni tra diritti riconosciuti e doveri disattesi è purtroppo lungo e non si vuole annoiare oltre il lettore.
Il punto è semplicemente che uno Stato moderno deve riconoscere finalmente il diritto a tutti i cittadini che vogliono convivere nella legge, a vedere riconosciuta di fronte alla legge stessa la propria unione, con un contratto che abbia valore di tutela legale. I nostri governanti devono abbandonare pregiudizi e moralismi, concentrandosi sugli aspetti etici e costituzionali. Perchè anche le coppie omosessuali possano godere, finalmente, di pari diritti con tutti i cittadini. Ma soprattutto perchè possano esercitare con serenità e sicurezza del futuro il sacrosanto dovere di contribuire alla crescita multiculturale della nostra società laica.
Si chiede allo Stato di non negare il diritto di tutti a essere felici nel rispetto delle Sue leggi! Il diritto di amare!